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Da molto lontano, fin da Rimini, si intravede su una delle più alte colline della Valconca una fortezza gigantesca, dalle linee squadrate ed imponenti, circondata da un mare di verde.
E’ la rocca di Montefiore, un paese tra i più importanti delle terre malatestiane. Tra le sue mura, nelle chiese e nei vicoli si incontrano opere d’arte preziose e si scopre il mestiere tradizionale dei vasai. Dall’alto del borgo si domina tutta la costa e ci si accorge che il mare è lì a pochi passi. La sua campagna con gli ulivi e le querce invita a camminare per sentieri antichi. Tutto questo fa di Montefiore un luogo che non si dimentica.
Un po’ di storia
Certo, oggi, passeggiando per le silenziose vie del paese non è facile immaginare quale autorevole e ricca storia ha avuto Montefiore. Per molto tempo questo è stato uno dei centri più importanti, forse il più importante, di una vasta area che comprende la bassa e la media valle del Conca, uno dei castelli più considerati del Riminese da tutti i punti di vista, militare, economico, religioso, culturale.
A nessuno sfuggono i segni di un passato di tutto rispetto non fosse altro che per la imponente Rocca e per la evidente struttura medioevale del centro storico. Ma la felice posizione delle terre di Montefiore, che vanno dai 480 metri del Monte Auro fino ai fertili terrazzamenti sul fiume Conca, ha portato gli uomini a stabilirsi in questi luoghi molto prima dell’epoca medioevale. In diverse zone si sono rinvenuti reperti preistorici in selce e in osso e su un poggio che domina la valle si sono scoperte alcune tombe di epoca protostorica (età del ferro).
Reperti romani (statue, urne, iscrizioni, monete, capitelli ecc.) sono stati ritrovati un po’ ovunque, ma il centro archeologico di maggior rilievo è quello di San Pietro in Cotti, detto comunemente Pian di San Pietro dove vari resti (fondi di capanna, pavimentazioni, colonne,vari tipi di ceramica, ecc.) partono dal V sec. a. C. e coprono tutte le varie epoche romane, testimoniando l’esistenza di un grande complesso agricolo e religioso che per essere valutato in tutta la sua importanza attende una estesa campagna di scavi.
Già nel primo Medioevo Montefiore è sottoposto alla giurisdizione di Rimini; nel 1302 il castello cerca di sottrarsi a questo dominio, ma la minaccia di un assedio stronca la ribellione. Con l’avvento al potere dei Malatesta, Montefiore vive il periodo di massimo splendore. La potente casata scelse questo paese per edificarvi una delle più grandi ed imprendibili fortezze, alla quale venne riconosciuto sia il ruolo di residenza di rappresentanza che quello di baluardo militare fondamentale per il controllo dei confini con il Montefeltro. La Rocca viene costruita intorno alla metà del 1300 e tenuta dai Malatesta per più di cent’anni consecutivi; in essa nacque nel 1377 Galeotto Novello Malatesta detto, proprio per il luogo di nascita, Belfiore.
A partire dal 1432 Sigismondo Pandolfo, il più celebre dei Malatesta, esaltò l’importanza strategica del castello e migliorò la rocca. Fu in questo periodo che il borgo si sviluppò dotandosi di istituzioni civili e religiose come i monasteri, gli ospedali, il monte di pietà. Quando per i Malatesta giunge la disfatta, per Montefiore come per altri paesi di questa parte di Romagna comincia l’alternarsi di diversi domini: governarono il paese i Guidi di Bagno, i Borgia, la Repubblica di Venezia ed anche Costantino Comneno Principe di Macedonia che morì proprio a Montefiore nel 1530. Dopo di questi, il castello passò definitivamente sotto lo Stato della Chiesa. Nel 1797 Montefiore fa parte della Repubblica Cisalpina.
Per tutto il Settecento e l’Ottocento Montefiore mantiene la sua importanza sul territorio sebbene altri paesi vicini, soprattutto quelli di pianura, comincino in questo periodo ad emergere e a crearsi una propria identità sociale ed economica. Con gli inizi del `900 la popolazione è sempre più attratta verso valle anche se l’agricoltura di collina è ancora molto importante. Negli anni ’50 e ’60 il numero degli abitanti cala sensibilmente e solo negli ultimi tempi si registra una nuova crescita dovuta anche alla bellezza del luogo, alla conservazione dell’ambiente naturale e alla facilità con cui si raggiungono i centri della riviera. Oggi Montefiore guarda al turismo come ad una delle migliori opportunità per il proprio futuro.
I luoghi, le cose, gli incontri
Appena giunti in paese si nota l’arco di ingresso al borgo fortificato detto Porta Curina (sec. XIV-XV) in cui è murato lo stemma dei Piccolomini. Sulla sinistra ci sono il palazzo comunale e alcune abitazioni dalle linee architettoniche medioevali. Si salga direttamente verso la rocca tralasciando sulla destra la chiesa di San Paolo che si visiterà al ritorno. Sulla via c’è la bottega del vasaio, l’ antico laboratorio artigiano della famiglia Franchetti.
All’interno si trovano due torni a piede e tutto il vasellame dalle forme e dai colori tradizionali che con essi viene prodotto. Si sale ancora fino ad arrivare alla Rocca. Da sotto colpiscono le geometrie e l’imponenza dell’edificio. Dopo un primo giro delle mura si entra nel cortile dove c’è un pozzo decorato della fine del `300. Al piano superiore c’é una sala con volta a crociera dove sono esposti importantissimi affreschi di Jacopo Avanzi esempi rari di pittura laica del XIV sec.. Un’altra sala detta dell’Imperatore custodisce altri affreschi dell’Avanzi.
Salendo si arriva al terrazzo sulla sommità della Rocca; da qui si gode un panorama davvero emozionante sulle città sottostanti, i monti, le valli e tutta la costa romagnola. La costruzione della fortezza viene fatta risalire al 1340 ad opera di Galeotto Malatesta anche se è probabile che esistesse già una struttura fortificata. Tra le sue mura hanno soggiornato il Re d’Ungheria Luigi il Grande, Sigismondo Re di Boemia e Imperatore, i Papi Gregorio XII e Giulio II. La Rocca decade sul finire del `500 . Negli anni `60-‘ 70 la rocca ha subìto un restauro purtroppo discutibile in diverse parti. Usciti dalla Rocca si faccia il giro, sulla destra, della stradina cosiddetta Ghirlanda fino ad incontrare la Chiesa di San Paolo con la sua architettura gotica. Da notare all’interno un pregiato crocefisso dipinto su tavola della scuola riminese del `300. Riattraversata Porta Curina si prenda sulla sinistra per fare il giro completo delle mura.
Prendendola via principale ( XX Settembre) si visiti la Chiesa dell’Ospedale o Santa Croce dove si trovano alcuni affreschi di scuola marchigiana del `400. Altri luoghi notevoli di Montefiore sono il Convento Dei Cappuccini, vicino alla sommità del Monte Auro e il Santuario della Madonna di Bonora uno dei più antichi e famosi del Riminese. Un’attenzione tutta particolare merita l’ambiente circostante, uno dei meglio conservati di tutto il Riminese, notevolissima la valle del Ventena tra Montefiore e Gemmano.
Tra gli eventi sono da segnalare la antica e straordinaria processione del Venerdì Santo che vede la partecipazione di personaggi in costume e delle Confraternite, la Sagra della Castagna che si tiene tutte le domeniche di ottobre (una delle sagre più conosciute della zona) e Una Stagione per le Arti che nel mese di luglio anima la rocca con mostre, corsi ed attività artistiche. Molto suggestivo anche il Presepe vivente, nel periodo natalizio, che coinvolge tutto il centro storico.
Notizie utili
Superficie: kmq 22,41 Altitudine: m. 385 s.l.m. Abitanti: 1765 Prefisso telefonico: 0541 CAP: 47834 Municipio: Via Roma, 3 – Tel. 980035 Pro Loco: Via XX Settembre 50 – Tel. 782790 Rocca Malatestiana: Via Roma – Tel. 980035 (Municipio) (apertura estiva: 10-12/15-19; da novembre a marzo è visitabile su richiesta) Raccolta di fossili e minerali: presso la Rocca (apertura primaverile: solo festivi I 5-79; estiva: 10-12/15-19) Museo Linea Gotica: Via XI Febbraio, 3 – Tel. 980045 (apertura su richiesta recapito del custode Via Monte Acero, 93) Uffici postali: Via Europa, 4 – Tel. 980042 – Serbadone – Tel. 988329 Carabinieri: Via Caserma – Tel. 980037